Come molti ben sapranno, le principali figure del Risorgimento italiano furono Giuseppe Mazzini, Camillo Benso Conte di Cavour, Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele.
Giuseppe Mazzini è considerato il padre del Risorgimento italiano. Dopo essersi laureato entrò a costituire parte della società segreta della “Carboneria”. A Genova fu tradito e denunciato alla polizia quale carbonaro, successivamente fu arrestato a Savona.
Non essendo emerse prove a suo carico gli fu offerto di andare in esilio a Marsiglia. Si recò a Ginevra e successivamente a Lione dove trovò alcuni proscritti italiani, con essi partì per la Corsica con la speranza di portare aiuto agli insorti dell’Italia Centrale .
Rientrando in Francia fondò a Marsiglia la “Giovine Italia” che si proponse di costruire la Nazione “Una; Indipendente; Libera Repubblicana”.
Nel 1832 a Marsiglia, iniziò la pubblicazione della rivista “La Giovine Italia”l’iniziativa ebbe buon successo e ben presto quest’associazione si estese anche in ambito militare. Per la sua attività rivoluzionaria Mazzini fu condannato a morte.
Nel 1840 ricostituì “la Giovine Italia” e successivamente fondò il quotidiano “l’Italia del popolo”nel quale chiarì le proprie idee sul modo di condurre la guerra. Rimase in svizzera fino al 1849 proprio quando ci fu la proclamazione della Repubblica Romana che segnò l’inizio del crollo del potere temporale del papato.
Respinta la sua proposta di uscire con il suo esercito e trasferire altrove la guerra si dimise con gli altri triumviri perché dichiarò di essere stato eletto per difendere non per sottomettere la repubblica. In seguito ci furono varie insurrezioni una delle quali scoppiò nel capoluogo ligure. La polizia non riuscì ad arrestare Mazzini, che per la seconda volta fu condannato a morte. Mazzini si rifugiò a Londra da dove scrisse a Cavour per protestare contro le dichiarazioni pronunciate dallo statista e si oppose, sostenuto da molti repubblicani. Cavour, Cavour fu un’altra importante personalità del Risorgimento, primo ministro piemontese nel 1857 con Napoleone lll re di Francia scese a un’intesa franco-piemontese. Diplomatico con grande abilità politica in poco tempo riuscì a convincere il re Napoleone lll ,che fu vittima di un attentato dal quale uscì illeso, ad intraprendere quanto prima una guerra contro l’Austria che opprimeva il Piemonte cosi, i due fecero un accordo che gettò le basi franco-piemontesi e che in poco tempo avrebbe visto la Francia intervenire a fianco del Piemonte qualora l’Austria l’avesse attaccato. Francia e Piemonte si assicurarono la neutralità di Russia e Inghilterra. L’Austria attacco il Piemonte lo scontro decisivo ci fu a Magenta presso il Ticino dove gli austriaci furono sconfitti. Quando ormai l’Austria sembrava sconfitta Napoleone s’incontrò con l’imperatore Francesco Giuseppe terminando un accordo sulla base del quale l’Austria avrebbe rinunciato alla Lombardia che ceduta alla Francia sarebbe passata ai piemontesi mentre Napoleone rinunciava a Nizza e a Savoia. Cavour appresa la notizia di quest’accordo ,e arrabbiato per non esserne stato informato, si dimise. Ritornò al potere nel gennaio 1860 e convinse Napoleone III all’annessione del Piemonte a questi stati in Cambio di Nizza e Savoia.
Altra personalità di spicco e importantissima per l’Unificazione dell’Italia fu Giuseppe Garibaldi. Garibaldi nacque a Nizza il 4 luglio 1807. All’età di venticinque anni iniziò ad avvicinarsi ai movimenti patriottici come quello della “Giovine Italia” di Mazzini e iniziò ad abbracciare gli ideali di libertà e indipendenza. S’impegnò in molte imprese di guerre in diversi paesi. Successivamente ritornò in Italia e partecipò, con Mazzini, alla difesa della Repubblica Romana. Fallito questo tentativo Garibaldi fu costretto a lasciare Roma. In seguito fu autorizzato da Cavour e Vittorio Emanuele a costituire un corpo di volontari denominato “cacciatori delle Alpi”. Nel maggio 1860 si rese promotore della spedizione dei Mille. Sbarcò a Marsala da dove iniziò la sua marcia trionfale. Liberò completamente la Sicilia conquistando Palermo, Messina e Siracusa. Poi sbarcò in Calabria e conquistò Reggio, Cosenza e Salerno. Successivamente ci fu l’annessione dei Ducati della Toscana e della Sicilia al Regno di Sardegna. Il 26 ottobre Garibaldi si incontrò a Teano con Vittorio Emanuele e depose nelle sue mani i territori conquistati . Nel 1861 ci fu la proclamazione del Regno d’Italia. Partecipò alla Terza guerra d’indipendenza e, nel Trentino, colse la vittoria di Bezzecca ma nonostante la situazione favorevole in cui si era posto nei confronti degli austriaci Garibaldi dovette lasciare il Trentino per ordine dei piemontesi rispondendo con quel termine “obbedisco” rimasto famoso. Il suo obiettivo allora fu di liberare Roma ma questo tentativo fallì. Garibaldi si spense a Caprera il 2 giugno 1882.
L’Ultimo importante esponente del risorgimento fu Vittorio Emanuele Re di Sardegna, figlio di Carlo Alberto e Maria Teresa degli Asburgo. Partecipò alla Prima guerra d’indipendenza distinguendosi particolarmente nella battaglia di Goito e in seguito all’abdicazione del padre sali al trono del regno di Sardegna . Prosegui una politica antiaustrica assecondando il piano del primo ministro Cavour mentre sul piano interno si tenne sempre fedele allo Statuto Albertino. Nel 1860 appoggiò segretamente l’impresa dei mille di Garibaldi guadagnandosi la simpatia dei democratici italiani. Divenuto primo re d’Italia restò sempre rispettoso alla costituzione del 1876.
Pubblicato sul numero di ottobre novembre 2011 di Schiamazzi : Sfoglia il magazine | Versione Pdf




