Centocinquant’anni di eroi nazionali e quotidiani il vero senso dell’Unità d’Italia

Centocinquanta anni. Un anniversario importante che, a parte le celebrazioni di protocollo, è stato più o meno festeggiato da noi italiani,

Vittorio Arrigoni, attivista italiano assassinato in Palestina
Vittorio Arrigoni, attivista italiano assassinato in Palestina

troppo impegnati a sbarcare il lunario, a rincorrere le banconote per sopravvivere o la cento euro per permetterci quel paio di scarpe che abbiamo a lungo sospirato dietro alla vetrina di un negozio. Ricordo ancora la polemica innescata sulla decisione di renderlo giorno festivo quel benedetto 17 marzo, in quanto in termini economici costava troppo al nostro sistema economico. Si sa che in un periodo di crisi economica c’è poco spazio a quei valori che ci sembrano astratti e che non portano pane al calar della sera: troppo impegnati a far conti in tasca da far passare fatalmente anche il concetto di Nazione in secondo piano. Peccato, quest’anniversario dovrebbe portarci a riflettere, a fare il punto della situazione e a capire chi siamo per addrizzare il tiro sul nostro futuro… Era una calda sera di fine autunno quando ebbi la fortuna di incontrare a Foggia Vittorio Arrigoni, l’attivista brutalmente assassinato da terroristi palestinesi nella Striscia di Gaza, un fazzoletto di terra che lui definì una ‘prigione a cielo aperto’ parlando dell’Operazione ‘Piombo Fuso’ da parte di Israele, denunciando tutte le violazioni umane che lo Stato Ebraico aveva compiuto a danno dei civili innocenti, delle donne, dei bambini palestinesi. Poi la notizia della morte, presa con rammarico da Napolitano ma banalmente accolta dai politici italiani. Ricordo ancora la forza con cui Vittorio sosteneva le sue tesi, raccontava le iniziative che con altri attivisti di tutta Europa aveva intrapreso a favore dei palestinesi. Forse nella morte di Arrigoni si nasconde il vero senso dei Centocinquant’anni dell’Italia: una Nazione che deve essere orgogliosa ogni giorno dei suoi eroi: dei giovani ventenni morti per unificare il Paese, dei giovani partigiani che hanno liberato la Penisola dai nazifascisti, dei giornalisti, magistrati o semplici cittadini come Impastato, Falcone e Borsellino che hanno sparso il loro sangue per lottare contro la mafia. Dove sono finiti gli eroi? Perché dopo 150 anni di vite perse per un valore, il nostro Paese ha perso il senso della legalità, della giustizia, della solidarietà? Perché gli italiani hanno perso la loro dignità per prostituirsi al potente di turno, al dio Mammona, ai ricatti sociali? Perché si continua a sopravvivere al mondo senza essere artefici del destino umano? Forse è questa la riflessione che occorre intavolare per questo anniversario: è questa la vera crisi a cui stiamo assistendo, la crisi del valore delle nostre vite ridotte ormai a matricole da gestire, imbambolare e sedare in una sorta di coma farmacologico che non risparmia nessuno, dai più piccoli ai più anziani, troppo presi a ostentare, apparire e non trovare quel senso ultimo che rende gli essere umani differenti dal mondo animale, e non reagire neanche quando c’è il rischio che il nostro mare diventi un serbatoio di petrolio. Senza i nostri eroi saremmo solo province malfamate di chissà quale potenza europea, altro che istanze indipendentiste leghiste. Ma forse già l’aveva capito Oscar Wilde affermando che “vivere è la cosa più rara del mondo: i più, esistono solamente”. P.S. Dedichiamo questo numero alla dottoresssa Angela Schiavone che ci ha lasciato da poco, perché con il suo lavoro e la sua passione per il prossimo ha espresso appieno quel concetto di umanità tanto caro al Risorgimento.

Emanuele Sanzone

Pubblicato sul numero di ottobre novembre 2011 di Schiamazzi : Sfoglia il magazine | Versione Pdf

Emanuele Sanzone
Emanuele Sanzone

Emanuele Sanzone è uno dei fondatori di Schiamazzi. Laureato in Lettere Moderne con una tesi su Pietro Giannone, ha collaborato con altre testate locali (Onda Radio, 'L'Attacco'). Dopo la Laurea magistrale in Comunicazione, si occupa di Marketing e Comunicazione Digitale in ambito editoriale. E' iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia.

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