Il lago di Varano, un lago costiero (per l’esattezza bacino lacustre) dalle enormi potenzialità, un vero e proprio “gigante che dorme vicino al mare”.
Dati alla mano con i suoi 60,5 kmq è il più grande lago costiero d’Italia, il più grande lago del sud Italia e il settimo a livello nazionale, ma il lago non è solo questo, ma anche pesca, allevamento di cozze e vongole, attività di ricerca (vedi Uni Salento e ricerche su fauna e flora), un mondo che gira intorno ad un lago che secondo la storia si sarebbe formato intorno all’anno 1000 a seguito di alcuni smottamenti e terremoti che permisero l’entrata delle acque e che sempre secondo la leggenda nasconderebbe la famosa città di Uria, distrutta con il riempirsi del lago e dalla quale si formarono alcuni villaggi e/o i comuni attuali di Carpino, Cagnano e Ischitella (sono leggende e in quanto tale vanno pesate così come vengono raccontate).
Ma cosa è oggi il lago di Varano? Da un punto di vista prettamente economico esso rappresenta un’importante risorsa economica per il territorio legata alla pesca e allevamento di pesci e bivalve (cozze e vongole soprattutto), ma da un punto di vista turistico? Chi conosce il lago di Varano al di fuori della provincia di Foggia? La domanda è molto importante e merita una risposta ben precisa: praticamente NESSUNO.
Motivi: il lago non è mai stato considerato come un’importante risorsa turistica (attrattore per il turismo lacuale) ma solo come risorsa economica, non vi è mai stata una linea di promozione comune tra i vari paesi lacuali (Carpino, Cagnano, Ischitella) per la valorizzazione del lago, menegreghismo delle amministrazioni, apaticità degli operatori turistici ( si pensa al mare a ad agosto, il resto dell’anno è off.limits), ma quello che mi chiedo è: ma è veramente così?
il lago non è mai stato considerato come un’importante risorsa turistica (attrattore per il turismo lacuale) ma solo come risorsa economica, non vi è mai stata una linea di promozione comune tra i vari paesi lacuali (Carpino, Cagnano, Ischitella) per la valorizzazione del lago, menegreghismo delle amministrazioni, apaticità degli operatori turistici ( si pensa al mare a ad agosto, il resto dell’anno è off.limits), ma quello che mi chiedo è: ma è veramente così?
Alcune considerazioni: il turismo lacuale in Italia rappresenta circa il 7% del totale (11,9% stranieri e 3% italiani .dati Issnart Istat 2011), le strutture ricettive nelle aree lacuali sono cresciute dal 2005 al 2010 in maniera considerevole, come i B&B (+176,7%), con una predominanza delle case in affitto, seguite da alberghi, B&B e per finire campeggi e villaggi.
A prescindere dalla crisi economica che ha ridotto la spesa media dei turisti lacuali (tra le più alte nei vari segmenti turistici ) il turismo lacuale si caratterizza per una stagionalità della domanda che però risulta essere più “destagionalizzata” rispetto al turismo balneare: infatti i laghi attirano flussi di turisti già dai mesi di febbraio-marzo con tassi di occupazione camere dal 30% in su (aprile 40%), che per località come quelle garganiche, sono molto alti.
Una domanda che si spalma durante tutto l’anno, con picchi nei mesi estivi ma buone performance da marzo a novembre (33% di media).
Alcuni operatori potrebbero contestare questi tassi, ma quello che chiedo sempre è: quanti operatori puntanto sul lago attraverso un’offerta mirata attivando politiche di marketing, di comunicazione specifiche? Possibile che con 2 laghi come quello di Lesina e di Varano non si riesce a attivare una nuova domanda legata ai laghi? La lombardia raccoglie il 36% dell’intera domanda nazionale, segue il Veneto con il 15% e il Piemonte con il 14,9%, praticamente queste prime tre regioni raccolgono il 66% di tutta la domanda nazionale, e la Puglia o meglio il Gargano?A livello di posizionamento il Gargano è visto come Vieste, Parco Nazionale del Gargano, Foresta Umbra e Isole Tremiti, enogastronomia. Il lago non esiste. La Puglia raccoglie un 2,3% dell’offerta nazionale, settimi in Italia. Poco o niente, ma l’aspetto paradossale è che gli stessi pugliesi non conoscono il lago, in quanto solo lo 0,2% (pochissimo) dei pugliesi si sposta per vedere i nostri laghi garganici.
Eppure il turismo lacule è un turismo che attira soprattutto stranieti (olandesi, tedeschi e austriaci), è un turismo che utilizza come canale di comunicazione primario il passaparola, il personale qualificato e le strutture e internet (in forte crescita rispetto agli anni passati soprattutto per gli stranieri), è un turismo con una spesa media molto alta, siamo sui 120 euro per gli italiani (viaggio e pernotto senza consumi extra) e 200 euro per gli europei (viaggio e pernotto senza spese extra); cosa fanno questi turisti una volta arrivati sul lago?oIl 75% predilige l’attività sportiva (canoa, nuoto, corsa, triathlon, bici) ed è anche per questo motivo che “fare sistema” e unire i comuni in uno sforzo comune per la buona riuscita di eventi come (non solo) il Varano Lake Triathlon è importantissimo, potrebbe essere il primo evento organizzato grazie all’apporto di tre comuni che “insieme” si muovno per promuovere un territorio e il lago di Varano.
Risultati attesi? Visibilità per i comuni e per il lago di Varano (cominciamo a parlare finalmente di lago di Varano), diversificazione della domanda e dell’offerta turistica, finalmente si comincia a parlare di turismo lacuale e non solo di turismo balneare o religioso (il Gargano è molto altro), si attirerebbero nuovi flussi turistici sportivi, enogastronomici, importantissimi per il territorio, destagionalizzazione, portare un evento del genere a fine settembre vuol dire attivare un sistema economico praticamente “assente” in periodi di bassa stagione e infine si avvia un processo di valorizzazione e promozione del Lago di Varano, per troppo tempo non considerato elemento turistico primario.
Ecco perché fare sistema è indispensabile…noi ci crediamo.
www.varanolaketri.net
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