Trivellazioni, Legambiente Puglia: “Apprezzabile la disponibilità del ministro Clini a fare una valutazione strategica sulla opportunità della ricerca di idrocarburi nel Mediterraneo”

L'incontro con il Ministro Clini a Bari
L'incontro con il Ministro Clini a Bari

Sono parole di apprezzamento quelle espresse dal presidente di Legambiente Puglia Francesco Tarantini a margine della riunione con il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini sul tema delle trivellazioni petrolifere al largo delle Isole Tremiti. All’incontro, promosso dalla Regione Puglia, hanno partecipato il governatore Nichi Vendola, il presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna, l’Assessore regionale all’Ambiente Lorenzo Nicastro, una delegazione di sindaci dei Comuni garganici e i rappresentanti delle associazioni ambientaliste e dei comitati pugliesi.

Legambiente nel corso dell’incontro ha manifestato la sua contrarietà alle trivellazioni in Adriatico illustrando i dati estrapolati dal dossier “Trivella Selvaggia”, che evidenziano come la Puglia sia assediata dalle istanze di prospezione e ricerca di idrocarburi.

 

In particolare Tarantini ha sottoposto all’attenzione del Ministro Clini la irrisoria presenza di petrolio nei fondali marini che, secondo le stime del Ministero dello Sviluppo Economico, ammontano a 10,3 milioni di tonnellate di petrolio. Stando ai consumi del 2011, pari a 72 milioni di tonnellate, è evidente che le disponibilità non garantirebbero una totale indipendenza ma sarebbero sufficienti per il fabbisogno nazionale per sole 7 settimane.

 

Il presidente Tarantini ha consegnato al ministro il dossier nazionale di Legambiente “Trivella Selvaggia” con la relativa cartografia della Puglia, aggiornata al 30 luglio del 2012, nella quale sono riportate le diverse istanze di prospezione e ricerca degli idrocarburi in Puglia oltre che una guida e una cartoguida sulle tre aree marine protette della regione.

 

È opportuna una nuova strategia energetica che non punti sull’energia fossile ̶  spiega Tarantini  ̶ Dal punto di vista energetico ed economico è un nonsense il programma delle trivellazioni nei nostri mari, nient’altro che un piatto appetitoso per le compagnie petrolifere con un ritorno insignificante dal punto di vista del fabbisogno energetico nazionale, ma con invece rischi concreti di mettere a repentaglio turismo e salvaguardia del Paese”.

 

 

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